IT12CR21

AS (2012) CR 21

 

Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2012

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(Terza parte)

ATTI

della ventunesima seduta

Martedì 26 giugno 2012, ore 10.00

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 12951)

Grazie Presidente, cari Colleghi, onorevole Signor Ministro.

La nostra Commissione ha voluto concentrarsi anche su questo tema fondamentale, a nostro avviso, per il futuro dell’Europa, per l’oggi e per il domani dell’Europa. Il rischio che una giovane generazione sia sacrificata per la questione della crisi, sacrificata per il debito pubblico, sacrificata per le misure di austerità, sacrificata per decisioni diverse di allocazioni dei bilanci, in una crisi economica che sembra infinita e nella quale i paesi, pur sforzandosi ogni giorno, si trovano a combattere con gli spread, con decisioni impersonali prese da governi che non sono in grado di contrastare gli speculatori finanziari.

Ecco, in tutto questo ciò che rischia di scomparire nel nostro continente è la generazione dei giovani. E, infatti, possiamo dirlo con una domanda che mettiamo nel nostro memorandum: è infatti passato molto tempo dalle dichiarazioni del G20 e pensiamo all’ultima, a una delle ultime, quella di Pittsburgh, un’era di responsabilità dove si parlava di prosperità e solidarietà tra tutte le generazioni e non è accaduto niente. Non è accaduto niente ma sono peggiorate le situazioni dei giovani. Non voglio citarvi i dati che tutti conoscete: andiamo da oltre il 50% in alcuni paesi del Consiglio al 15% se tutto va bene.

Generazioni di giovani che non hanno un futuro. Non hanno un futuro non solo sotto l’aspetto dell’occupazione: pensiamo alla disoccupazione, pensiamo ai lavori temporanei senza coperture sociali, pensiamo alla mancanza di possibilità di compiere i propri desideri di vita familiari sotto il profilo delle case, sotto il profilo della natalità. Pensiamo alla mancanza di capacità che ha la classe politica, che hanno i nostri governi, i nostri partiti, di coinvolgere realmente i giovani in una rappresentanza politica, sociale e civile.

Tutto questo non è a costo zero per l’Europa perché, come hanno detto moltissimi esperti e come sappiamo noi dalla nostra esperienza, senza futuro per le giovani generazioni non c’è nessuna possibilità di uscita da questa crisi. Senza futuro delle innovazioni, delle idee, della genialità, del desiderio di futuro dei giovani, non ci sarà nessuna possibilità non per uscire con le ossa rotte dalla crisi, ma per uscire e guardare con una prospettiva positiva al futuro di questo continente dei paesi del Consiglio d’Europa.

È per questa ragione che abbiamo voluto sottolineare: non più misure teoriche. Io penso che i giovani, come io stesso e come molti di noi, sono stanchi di sentirsi dichiarare una volta ogni tanto, una volta ogni tre mesi, dai primi ministri dei nostri paesi: “C’è anche il problema dei giovani”. Ecco, vogliamo cambiare prospettiva: c’è anche la grande opportunità dei giovani. Per cui chiediamo a tutti di prendere misure concrete e guardare ad essi come un’opportunità, non come un problema da risolvere. Come una parte fondamentale dello sviluppo, dell’uscita dalla crisi, dalla prospettiva dei propri paesi, dalla prospettiva del Consiglio. Non come un problema di cui occuparsi di tanto in tanto davanti alle televisioni.

Questo abbiamo messo al centro della nostra risoluzione e della nostra raccomandazione sulla quale abbiamo collaborato e ringrazio tutti i colleghi, chi è arrivato prima, all’inizio del dibattito e chi è arrivato oggi, all’ultimo momento, per il contributo importante e fondamentale della loro discussione alla mia personale crescita e a ciò che è diventata poi la risoluzione della raccomandazione, che non è del relatore ma è della Commissione degli Affari sociali e di chi ha partecipato ai nostri lavori.

Abbiamo raccolto i dati, ci siamo confrontati grazie al Consiglio d’Europa, mi sono confrontato con diverse centinaia di organizzazioni di giovani europei con l’attenzione dei dipartimenti del Consiglio. Anche il Comitato dei Ministri ha dato un grande contributo positivo e non teorico, a elencare alcune misure che riteniamo tutti importanti e fondamentali per i nostri giovani, per il nostro futuro e quindi affido a voi e a questo dibattito ulteriori stimoli, ulteriore attenzione e, se lo vorrete, un’approvazione unanime di questo documento.

Grazie.

Vannino CHITI (Italia, SOC / SOC)

(Doc. 12948, Doc. 12951, Doc. 12944)

Grazie Signor Presidente.

Io credo che affrontare la crisi con le sole misure di tagli alla spesa pubblica, alle politiche sociali o alle risorse delle autonomie locali, peggiori, come si vede, le condizioni di vita dei nostri popoli, deprima le stessa economia e distrugga la coesione delle società. Assistiamo a colpi duri che fanno regredire rispetto a un minimo di uguaglianza nelle opportunità di vita. Riducendo le risorse in modo indiscriminato per l’istruzione e la sanità si compromettono fondamentali diritti umani. Per questo il tema che discutiamo non è estraneo alla missione che ha il Consiglio d’Europa, che si concentra appunto attorno ai diritti umani.

La crisi non si supera, a giudizio mio, senza mettere al centro uno sviluppo nuovo e sostenibile, senza regole -come una tassa sulle transazioni finanziarie promessa nel 2008 e non ancora attuata a livello internazionale- che impediscano le speculazioni con una finanza selvaggia che prevale sulle persone, sul lavoro, sull’economia reale.

Per questo i giovani rischiano oggi di essere una generazione perduta, cioè senza occupazione, senza fiducia nell’avvenire, al massimo precari. Da queste condizioni reali nasce lo stesso distacco dalla democrazia, a cui dobbiamo assistere con preoccupazione. Io non credo davvero che la risposta giusta in Europa, nell’Unione europea, sia quella di abbandonare l’euro. L’abbiamo scelto. Nel XXI secolo c’è bisogno di più Europa, non di illusioni nazionalistiche. Il rigore nella spesa pubblica è giusto e necessario, ma non deve colpire in modo indifferenziato tutti i settori. L’istruzione, la ricerca, la sanità devono essere salvaguardate e insieme sono necessarie politiche per lo sviluppo sostenibile e per creare occupazione. I comuni e le regioni che hanno bilanci in ordine devono poter decidere e operare interventi che servono alle loro comunità. L’autonomia e la responsabilità delle amministrazioni locali sono una radice essenziale della democrazia. Se si colpisce, è la democrazia ad essere impoverita.

Le riforme indispensabili sono dunque quelle che hanno in riferimento i diritti della persona e come obiettivi il lavoro, l’ambiente e l’avvenire delle giovani generazioni. Dobbiamo insomma, per dirla in sintesi, non distruggere ma rinnovare il modello europeo di economia sociale. Per questo io voterò con convinzione tutt’e tre le risoluzioni che ci sono state presentate.

Grazie.

Renato FARINA (Italia, PPE/DC / EPP/CD)

(Domanda al Signor Edmond Haxhinasto, Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri dell’Albania, Presidente del Comitato dei Ministri, doc. 12972)

Grazie Signor Presidente.

Vista l’esperienza positiva, come ha ricordato poco fa, di convivenza religiosa in Albania, come pensa, in quanto Presidente del Comitato dei Ministri, di affrontare la questione di Cipro e le problematiche di convivenza dopo l’occupazione turca del 1974?