IT13CR33

AS (2013) CR 33

 

Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2013

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(Quarta parte)

ATTI

della trentatreesima seduta

Mercoledì 02 ottobre 2013, ore 15.30

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13300)

Caro Presidente, egregi Colleghi,

Permettetemi innanzitutto di ribadire - parlando a cuore aperto - che lo spazio balcanico mi è molto vicino. Come senatore della diaspora ho conosciuto da vicino le comunità rumene che si trovano nei territori di questi Stati e tramite le loro esperienze subite ho conosciuto anche le tragedie degli anni Novanta.

Per questo sono, come voi d’altronde, molto sensibile all’argomento dei problemi riguardanti la coesistenza interetnica. La Bosnia sta affrontando attualmente un difficile problema politico la cui soluzione rappresenta in realtà l’ingresso in una nuova tappa riguardante la gestione di questa realtà multietnica e multiculturale.

Verso la metà degli anni Novanta, tramite l’accordo di Dayton, la comunità internazionale è riuscita a porre fine ad un conflitto sanguinario aprendo la porta alla cooperazione tra e con le principali comunità etniche della Bosnia. Dal mio punto di vista, lo stesso spirito di cooperazione tra la comunità internazionale e l’autorità di Sarajevo deve prevalere anche in questo momento.

La nostra Assemblea, quale foro per il dibattito parlamentare, deve piuttosto immaginare delle soluzioni anziché predisporre delle sanzioni. Non è il momento e non ci sono dei momenti per misure radicali allorché i nostri colleghi di Sarajevo sono totalmente coinvolti nel dialogo con noi e le altre organizzazioni internazionali per trovare delle soluzioni ad un problema così complesso come quello della modifica del quadro costituzionale.

Tutto questo perché l’applicazione della decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo nel processo Sejdić i Finci non rappresenta una semplice conclusione di un caso singolo ma presuppone una riforma costituzionale. Pertanto volevo esprimere il mio appoggio a favore degli emendamenti della delegazione bosniaca, destinati ad equilibrare la formulazione dei paragrafi 11, 12 e 24 del progetto di risoluzione perché sono convinto che delle sanzioni apportate a questa Assemblea sarebbero in questo momento controproducenti.

Per concludere vorrei aggiungere una cosa che dal mio punto di vista è ampiamente verificata, ma penso anche dal vostro: il malato è colui che ha bisogno di un medico. In altre parole, non dobbiamo sbarazzarci del malato perché agendo in questo modo non riuscirà mai a guarire.

Grazie.

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13303)

Caro Presidente, cari Colleghi,

A quattro anni di distanza dagli eventi del 7 aprile 2009 che sono diventati famosi in ambito internazionale col nome della “Rivoluzione Twitter” e che hanno determinato il dibattito nella plenaria dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa della situazione di fatto della Repubblica di Moldavia, la Commissione di monitoraggio del Consiglio d’Europa presenta un ampio rapporto in cui viene descritto in particolare il funzionamento degli enti democratici nella Repubblica di Moldavia. Questo determina il nostro apprezzamento per i relatori che hanno fatto un’impressionante presentazione delle evoluzioni politiche, tenuto conto del breve tempo avuto a disposizione per monitorare la Repubblica di Moldavia.

Questa argomentazione viene dalla parte di un parlamentare, cioè io, che ha un ufficio parlamentare in Moldavia da 4 anni. Sto lavorando continuamente in questo paese e riesco a monitorarne molto bene la situazione. Nel campo legislativo la Repubblica di Moldavia ha adottato tantissime nuove leggi con riferimento a leggi comunitarie, strategie, piani d’azione, leggi che hanno iniziato delle riforme serie nel campo della giustizia, ma anche negli altri campi sociali come pubblica istruzione, salute, assistenza sociale, sicurezza. Sono apparse nuove istituzioni per combattere e prevenire la corruzione.

In riguardo alla libertà di stampa, per me è impressionante il fatto che solo in qualche anno nella Repubblica di Moldavia siano apparsi tanti nuovi canali TV e radio, canali informativi. La trasparenza della politica governativa e il controllo di questa da parte della società civile avrebbero dovuto essere, forse, più sottolineate nel rapporto.

Per quanto riguarda le minoranze nazionali, il modo in cui queste vengono appoggiate e vengono incoraggiate nella Repubblica di Moldavia è un esempio per gli altri paesi dell’Europa occidentale che hanno anche oggi dei problemi con il riconoscimento di certe minoranze.

Tutto questo accade in un contesto molto strano nel quale la società della Repubblica di Moldavia è sempre sotto una forte pressione da parte di certi paesi dell’ex Unione sovietica come la Russia e qui posso citare il Vice Primo ministro della Russia, l’onorevole Dimitri ROGOZIN che ha detto in una visita a Chișinău: “State attenti a non congelarvi di freddo quest’inverno e a non disperdere qualche vagone nella vostra corsa vertiginosa all’integrazione europea”.

Questo è il contesto in cui la piccola Repubblica di Moldavia prova ad avvicinarsi alla grande famiglia europea.