IT14CR33      

AS (2014) CR 33
Versione provvisoria

 

SESSIONE ORDINARIA 2014

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(Quarta parte)

ATTI

Della trentatreesima seduta

Mercoledì 01 ottobre 2014, ore 15.30

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Manlio DI STEFANO (Italia, NR / NI)

(Dibattito di attualità – La crisi in Ucraina)

Gentili Colleghi,

Cos’è il Consiglio d’Europa se non un organo che promuove il rispetto, la democrazia, il mantenimento dei diritti umani e la stabilità nei 47 paesi che ne fanno parte? 820 milioni di cittadini che oggi sono e si sentono a rischio.

Dovremmo uscire per un momento dal concetto di autoreferenzialità e chiederci cosa vorrebbero questi 820 milioni di persone. Io credo che vorrebbero dialogo, mediazione, pace. Altrimenti, oggi, quest’organo non avrebbe senso di esistere. Credo che il Consiglio d’Europa debba rifiutare la logica dei due blocchi mondiali, una logica che purtroppo è insista in noi e che ci portiamo avanti in ogni dibattito politico. Guardando indietro alla storia dovremmo ricordare che quello che è successo nel conflitto tra Russia e Ucraina parte anche da colpe europee, da colpe anche ucraine. Ricordiamo le azioni di Yanukovitch contro le popolazioni russofone. Ricordiamo poi l’occupazione della Crimea da parte di Putin - ovviamente da rifiutare -, il caso di Odessa non ancora chiarito, così come il caso dell’aereo malese.

Io non vedo santi in questa storia, vedo soltanto delle vittime. E, come sempre, sono i civili. Vedo da una parte la NATO, gli USA e l’Europa e dall’altra la Russia. Ma chi perde? Ancora una volta i civili. Crisi, tensione e guerra minano la stabilità dell’Europa e così facendo minano la logica stessa del Consiglio d’Europa. È in questa chiave che dobbiamo leggere le cose. Pensate che gli USA possano essere l’unico partner europeo? Lo pensate davvero? Russia, Cina e India insieme fanno più del 50% della popolazione mondiale. Volete farli fuori dalle nostre logiche, dalla stabilità? Non è perseguibile come progetto e mi spaventa ancora di più allorché vedo muoversi nell’ambito del Parlamento europeo le logiche del TTIP, degli accordi che ci vincolerebbero esclusivamente agli Stati Uniti. Questo processo per me è devastante per la Comunità europea e per la diversità che la caratterizza e che l’ha sempre caratterizzata con successo.

Credo che l’Europa debba avere oggi il coraggio del dialogo. Ci vuole coraggio a dialogare, lo so. Ci vuole coraggio a dialogare con Putin e con tutte le realtà che in questi anni sono state contrastanti con la nostra logica della democrazia. Ma è fondamentale. Altrimenti, ribadisco, quest’organo che si fonda sul principio di democrazia non ha senso di esistere. Il Consiglio d’Europa faccia da mediatore tra Unione europea e Russia. Sì, dobbiamo parlare anche con la Russia. Cessare il fuoco nella zona di confine significa poter permettere alle ONG di occuparsi di quella zona e creare nuovamente la stabilità che ci permette davvero di risolvere la situazione. Rimuovere le sanzioni. Rimuovere anche la sanzione che abbiamo dato noi in quest’aula alla delegazione russa, perché, come diceva il collega britannico, non poter parlare con i russi oggi lede all’utilizzo e alla funzione di quest’Assemblea.

Il passaggio reale da una situazione di crisi a una situazione nuovamente stabile passa soltanto da noi, ma dobbiamo volerlo e per fare ciò dobbiamo abbattere il muro della non comunicazione e riaprire un dialogo che può esistere sicuramente in quest’aula, ma poi anche al Parlamento europeo. E spero che il Consiglio d’Europa possa fare da mediatore in tal senso.

Grazie.

Maria Edera SPADONI (Italia, NR/NI)

(Dibattito di attualità – La crisi in Ucraina)

Grazie Presidente.

In questi giorni avevo preparato un intervento incentrato soprattutto sulle sanzioni che sono state date alla Russia e sul problema ucraino. Poi, ascoltando gli interventi dei miei colleghi, mi sono interrogata sul mio intervento e ho pensato che non fosse il caso.

Quindi, vorrei semplicemente lanciare un messaggio. Mi chiedo fino a quando il profitto, le leggi commerciali e l’economia saranno messi in primo piano rispetto ai diritti umani. Noi adesso siamo di fronte ad un problema di sanzioni con uno Stato che ha violato i diritti umani? La Cina viola i diritti umani?

Fino a che l’Unione europea deciderà di mettere costantemente al primo posto gli accordi commerciali e il profitto, noi ci ritroveremo costantemente ad avere questo tipo di problematiche.

Noi possiamo stare qui a parlare di bozza di risoluzione, di tutela dei diritti, “l’Assemblea incoraggia i vari paesi a…”. Ma, in verità, credo che sappiamo tutti che se bloccassimo gli accordi con quegli Stati che effettivamente violano i diritti umani sicuramente raggiungeremmo degli scopi.

Per fare questo ci vuole coraggio ed è necessario vedere l’Europa in un modo diverso. Penso inoltre che non dobbiamo stupirci se le giovani generazioni vedono l’Europa come un insieme di Stati uniti dalla semplice economia. Non è l’Europa solidale, non è l’Europa dei popoli ma è l’Europa dei profitti.

Fino a che avremo questo tipo d’idea di Europa, l’Europa non si farà e affonderemo tutti insieme.