IT15CR22

AS (2015) CR 22
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2015

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(Terza parte)

ATTI

Della venteduesima seduta

Marted́ 23 giugno 2015, ore 15.30

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Paolo CORSINI (Italia, SOC / SOC)
(Doc. 13801)

Grazie Signora Presidente.

Innanzitutto vorrei esprimere il mio rispetto nei confronti dei due relatori e la personale solidarietà al collega AGRAMUNT per le intimidazioni che ha subito.

Vorrei prendere le mosse dalla prospettazione di un principio. Credo che la democrazia sia anche una teoria e una pratica che contempla il limite del potere. Laddove il potere non è limitato, si è in presenza di una tirannide di maggioranza che può sfociare in una pratica dispotica che, evidentemente, è incompatibile con i nostri principi e con le regole che ci siamo dati.

Ho vissuto un’esperienza diretta in Azerbaijan in occasione delle elezioni presidenziali del 2013 e quindi mi sono fatto un’opinione personale. Un’opinione personale che le scintillanti luci dei giochi olimpici europei non riescono ad offuscare. Perché questi giochi certamente sono funzionali all’organizzazione del consenso ma possono essere utilizzati anche come un diversivo rispetto ai problemi che la relazione sottopone alla nostra attenzione.

Ora, cosa emerge da questa relazione? Che, al di là degli sforzi, sempre va valutato il punto di partenza. Siamo in presenza di una stampa che è sottoposta a controllo, ad un processo di marginalizzazione dei partiti di opposizione che di fatto fa cadere la pratica e il principio del rispetto del pluralismo della rappresentanza, ad una giustizia che sostanzialmente viene sottoposta all’invadente ruolo dell’esecutivo e questo evidentemente costituisce un vulnus rispetto al grande principio della valorizzazione dei pesi e dei contrappesi (checks and balances), una società civile liquefatta e organizzazioni che si occupano di diritti civili che possono agire in mezzo a rilevanti difficoltà. Peraltro, tutti gli indicatori degli istituti internazionali civili ci dicono che nel paese c’è un alto grado di corruzione e, addirittura, parlano di prigionieri politici, a seconda delle diverse fonti che ho potuto consultare, da venti a ottanta. E tra questi, come riferiva prima il collega spagnolo, alcuni esperti collaboratori del Consiglio d’Europa.

Infine, l’ultima osservazione. Certamente la questione del Nagorno Karabakh è estremamente complessa. A me pare, però, che non possa costituire un riferimento suscettibile di una valutazione in questa sede, cioè nella sede di questa risoluzione. Per cui auspico che vengano approvati gli emendamenti a riguardo e gli emendamenti che tendono ad una più ampia valorizzazione, ad un più convinto impegno per la difesa e la promozione dei diritti umani e civili in questo paese.