IT15CR26

AS (2015) CR 26
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2015

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(Terza parte)

ATTI

Della ventiseiesima seduta

Giovedì 25 giugno 2015, ore 16.00

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Michele NICOLETTI (Italia, SOC / SOC)
(Doc. 13795)

Grazie Presidente.

Vorrei esprimere il mio apprezzamento e il mio sostegno per questo rapporto su un tema così importante, quello di un nuovo modello sociale europeo.

Il rapporto ci ricorda la indivisibilità dei diritti fondamentali che invece negli ultimi anni, in molti e troppi modi abbiamo diviso, contrapponendo diritti civili e politici a diritti sociali. Mentre, invece, i diritti sociali sono la precondizione per godere pienamente anche dei diritti civili e politici, come ci ricordava spesso un grande filosofo come Norberto Bobbio. Questa idea del rapporto stretto tra diritti sociali e diritti civili era evidente nelle quattro libertà di Roosevelt, nella Dichiarazione universale dei diritti umani e qui voglio ricordare all’articolo 22 il diritto alla social security di cui si può discutere sul modo in cui possa essere garantita, ma non certamente sul fatto che rappresenti un diritto fondamentale come è stato ribadito più volte da molte convenzioni internazionali. Si tratta chiaramente di diritti diversi perché impongono delle risorse da parte degli Stati, da parte anche della società, ma si tratta di diritti tutti ugualmente fondamentali al cui godimento non si può essere indifferenti perché se non vengono soddisfatti non ne va solo della vita e della dignità delle persone ma anche della vitalità della democrazia. È una minaccia per la democrazia avere un sistema che non garantisce in modo efficace i diritti sociali e forse ci dovremmo chiedere se tanta parte del populismo e dello sciovinismo non sia anche il frutto delle politiche di destra e dello smantellamento dei diritti sociali nei nostri paesi negli ultimi anni.

Il rapporto mette in luce molto bene il fatto che esista un problema di sostenibilità del modello sociale e di giustizia intergenerazionale. Perché certamente non è ammissibile che una generazione scarichi sulle generazioni future il costo dei suoi livelli di vita. Esiste anche il problema di come organizzare un sistema efficiente e anche su questo il rapporto è importante. Bisogna definire chi deve occuparsi di questo. In che modo può essere coinvolto non solo lo Stato, le sue articolazioni locali, ma l’insieme della società. Ma è chiaro che ci deve essere una preoccupazione pubblica, collettiva, una regia pubblica, un monitoraggio pubblico sui livelli e gli standard di godimento dei diritti sociali. Lo smantellamento ha prodotto disuguaglianze inaccettabili che sono negative anche dal punto di vista economico, perdita di potere d’acquisto di gran parte della popolazione, messa in discussione dei livelli minimi di salute e di istruzione. E di qui la centralità che viene ribadita in questo rapporto della questione sociale come questione umana e democratica.

Concludo dicendo che è importante sostenere, come fa il rapporto, la centralità, anche per la nostra organizzazione della Carta sociale e dei suoi protocolli addizionali e anche dei reclami collettivi. Non è sufficiente scrivere i diritti, dobbiamo anche avere degli strumenti per farli valere e la Carta sociale e la procedura dei reclami è uno di questi, ci auguriamo che venga al più presto ratificata da quanti più paesi.

Grazie.