IT17CR07

AS (2017) CR 07
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2017

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(Prima parte)

ATTI

Della settima seduta

Giovedì 26 gennaio 2017, ore 10.00

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Sergio DIVINA (Italia, NR / NI)
(Doc. 14248)

Grazie Presidente.

Noi apparteniamo a paesi diversi in questa aula. Indubbiamente ci sono paesi più toccati e altri paesi meno toccati dai flussi migratori. È molto facile essere benevoli verso il fenomeno della migrazione se si appartiene a uno di quei paesi che non sono manco toccati o appena sfiorati dal fenomeno. Si è parlato molto di solidarietà in questo emiciclo. Ma io posso dire che la solidarietà non esiste se non a parole. I due paesi più fortemente interessati, l’Italia e la Grecia, che subiscono il fenomeno migratorio, non sono stati aiutati e sostenuti da nessuno.

Ho sentito i socialisti francesi in questa aula sperticarsi parlando di solidarietà, però proprio il governo socialista francese non ha fatto altro che bloccare le frontiere, così come aveva fatto l’Austria, come aveva fatto la Macedonia per i flussi della Grecia, bloccando tutti e respingendo chiunque non avesse permessi di soggiorno. Per cui le buone iniziative o parole sono una cosa mentre i fatti sono la concretezza.

È anche inutile continuare a dire profughi, profughi e ancora profughi. In Italia, l’anno scorso, sono arrivati centottantamila migranti. Di questi, il novanta per cento non erano profughi. Non scappavano da persecuzioni, non scappavano da bombe e chiedevano asilo senza averne chiaramente diritto. A questo punto, noi rispondiamo: accoglienza è una bella parola ma siamo in grado di offrire un’accoglienza dignitosa? Siamo in grado di offrire l’ospitalità a tutti? Una casa dignitosa? In un momento di crisi che ha toccato tutti i paesi europei? L’Italia è forse uno dei paesi più martoriati. Non riusciamo a dare una casa dignitosa ai cittadini italiani, ditemi come riusciamo a dare una casa ad un profugo. Lavoro: in Italia, il quaranta per cento dei giovani, ossia quasi uno su due, non lavora, non trova lavoro. Che opportunità di inserimento lavorativo possiamo dare?

Adesso ci si lamenta che la popolazione ha reazioni smodate, abbiamo votato relazioni e mozioni sull’odio e sul razzismo. Ma queste sono conseguenze logiche di scelte della classe politica sbagliate sul fronte. Manca il coraggio di guardare l’insieme del problema. Si è parlato scandalisticamente degli spot vicini ai punti di emergenza. Ma questi sono forse l’unica soluzione attuabile in questo frangente. Innanzitutto evitano i morti, le migliaia di morti che ci sono per mare e sconfiggono la criminalità, quella che sfrutta la tratta degli esseri umani. Costano meno perché con quelle poche risorse che abbiamo riusciamo a fare anche qualcosa e non sradicano le persone dai luoghi di origine.

Con quello che spendiamo a mantenere una persona in quei luoghi, nei nostri paesi riusciamo ad offrire loro soltanto un caffè. Per cui ragioniamo e tentiamo di fare politiche serie e non utopistiche o miopi come sembra emergere dalle grandi frasi ad effetto che escono da questa sala. 

Elena CENTEMERO (Italia, PPE/DC / EPP/CD)
(Doc. 14252)

Grazie Presidente,

Cari colleghi, care colleghe, raggiungere l’eguaglianza di genere in tutte le sfere della vita pubblica e della vita privata è uno degli obiettivi strategici del Consiglio di Europa e molte risoluzioni e raccomandazioni sono state assunte proprio da questa Assemblea. Faccio riferimento in modo particolare alla risoluzione 1585 Gender equality principles in the Parliamentary Assembly che ha stabilito degli standard molto precisi.

Grazie proprio a queste raccomandazioni e risoluzioni, in questa Assemblea parlamentare abbiamo accresciuto progressivamente la presenza bilanciata di donne e uomini arrivando a una presenza di donne, nell’ultimo anno, al 39%. Quindi vicino allo standard indicato nei nostri obiettivi che è del 40%. Ora, ci siamo trovati di fronte ad una situazione – com’è già stata descritta dal mio collega – che viola le regole della nostra Assemblea. E quindi è stata posta da me, all’inizio della settimana, una contestazione e la Commissione Eguaglianza e Non Discriminazione, che presiedo, ha evidenziato, rispetto al dibattito tenuto nella Commissione Rules, una piena aderenza alla scelta della risoluzione della Commissione Rules. Allo scopo, però, di sottolineare maggiormente quanto espresso dalla Commissione abbiamo proposto un emendamento che richiama ciò che l’Assemblea parlamentare ha deciso lo scorso anno proprio durante l’approvazione di un rapporto che ha riguardato le misure di accesso alla vita politica da parte delle donne.

Io voglio ringraziare la delegazione slovacca per l’impegno che si è assunta e che, sono certa, voglia al più presto mantenere ed onorare, ossia quello di modificare la composizione della sua delegazione permettendo quindi la presenza equilibrata di donne come titolari all’interno della delegazione, per far sì di mantenere quegli standard che sono fondamentali per la nostra democrazia.

Voglio ricordare che la Commissione di Venezia ha sottolineato in una raccomandazione del 2015 come non si possa parlare di democrazia, che è il cuore di questa Assemblea, se non c’è un’adeguata, giusta ed equilibrata partecipazione delle donne in misura bilanciata, quindi una presenza di donne e uomini in tutte le assemblee, a partire da questa.

Grazie.